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Si è svolto questo pomeriggio, alla presenza dell’assessore regionale alla Salute, Massimo Nicolò, l’incontro con la comunità di Neirone dedicato alla presentazione dei primi risultati del progetto “Neirone in Salute”, avviato dall’Asl 4 in via sperimentale il 2 aprile scorso.

Sviluppato nell’ambito delle iniziative previste dal modello aziendale “Comunità in Salute”, e quale prototipo della sperimentazione della Legge 33/23, il progetto ha previsto la presa in carico di tutti gli anziani over 65 anni residenti nel Comune di Neirone (classificato dalla Regione come area disagiatissima), con l’obiettivo di identificare i loro bisogno di salute e le condizioni di criticità e fragilità, ed elaborare strategie di prevenzione e percorsi di diagnosi e cura personalizzati, per avvicinare i servizi sanitari e sociosanitari a chi vive nell’entroterra in una logica di prossimità e proattività.

All’iniziativa hanno aderito al momento 264 abitanti sui 345 totali, pari al 77% della popolazione target, di cui 127 uomini e 137 donne, per un’età media di 76,8 anni.

Ciascuno di essi è stato coinvolto nelle attività promosse dal medico del Distretto, presente tre ore alla settimana, e dagli Infermieri di Famiglia e Comunità, presenti nei giorni feriali, su appuntamento e ad accesso libero, nel Punto Salute messo a disposizione dal Comune, e al domicilio.

Nei sei mesi di sperimentazione, gli IFeC hanno “arruolato” gli abitanti eseguendo screening completi, colloqui ed esami per conoscersi personalmente, valutare il rischio di fragilità e l’eventuale presenza di fattori di rischio per lo sviluppo di malattie cardiovascolari e metaboliche.  Ciò ha permesso di concordare piani di valutazione individualizzati, al fine di far emergere i bisogni di cure e assistenza e migliorare, in ultimo, la qualità della vita evitando gli accessi impropri a prestazioni sanitarie e al Pronto Soccorso.

Applicando il modello di “Community building”, sono stati coinvolti tutti gli stakeholder del territorio, definiti “connettori di comunità”, tra cui il sindaco, il parroco, i carabinieri, le pubbliche assistenze, le associazioni del Terzo Settore. Ciascuno secondo il proprio ruolo, hanno promosso il progetto per stimolare l’adesione degli abitanti.

I professionisti dell’Asl 4 hanno collaborato, in particolare, con il Medico di Medicina Generale, condividendo le informazioni circa lo stato di salute dei suoi assistiti, rilevate durante l’attività ordinaria o in occasione delle campagne di prevenzione sul territorio.

Tali attività hanno permesso di individuare 39 persone diabetiche – di cui 6 non ancora seguite dalla S.S.D. Diabetologia e Malattie metaboliche -, 146 persone con ipertensione arteriosa, 79 con patologia cardiaca, 193 persone con fragilità (105 donne, 88 uomini). In base alla classificazione del Multidimensional Prognostic Index (MPI), 183 soggetti presentano un rischio lieve, 52 moderato e 29 elevato.

Per la promozione dei corretti stili di vita, durante il semestre sono state proposte iniziative come le “Camminate per la Salute”, svolte due volte alla settimana in collaborazione con la Pro Loco e aperte a tutti gli abitanti senza limiti di età; l’Attività Fisica Adattata con un laureato in Scienze Motorie; l’incontro con gli Assistenti Sociali e gli IFeC per presentare i servizi a sostegno della non autosufficienza e ascoltare i bisogni della cittadinanza; il progetto “Caregiver” che prenderà il via nel 2026 per creare un gruppo di supporto destinato a chi assiste a domicilio le persone non autosufficienti.

Alla luce dei risultati della sperimentazione, oltremodo soddisfacenti in termini di ingaggio della popolazione sia dal lato utenti che collaboratori, nel bimestre di novembre e dicembre si consolideranno gli aspetti operativi dei percorsi di promozione della salute, di prevenzione primaria e secondaria e di erogazione dei piani individualizzati di cura per ciascuno degli anziani, “rovesciando” di fatto il paradigma della cura per prestazioni autogestite. Inoltre, a completamento del percorso formativo che ha parallelamente impegnato quasi cento operatori aziendali sulle azioni di presa in carico e cura anche digitalizzata degli anziani, entro la fine dell’anno sarà attivato totalmente il sistema di cura “a distanza” con i diversi sistemi di telemedicina e si metterà in uso il prototipo di “IA agent” di prossimità, realizzato nell’ambito di un progetto pilota nazionale denominato SOLERA, Una comunità Smart One-health Longeva in un Ecosistema Resiliente e Attivo.

Il progetto, curato con la start up “Mare Care”, si fonda su un partenariato scientifico, tecnologico e operativo di eccellenza, che conta collaborazioni con il politecnico di Torino, l’Università della magna Grecia di Catanzaro, alcune altre start up e gruppi di innovazione tecnologica.

«Il progetto “Neirone in Salute” è un esempio concreto di come la Sanità possa essere davvero vicina ai cittadini, soprattutto a quelli che vivono nei territori più periferici e fragili – sottolinea l’assessore alla Sanità della Regione Liguria, Massimo Nicolò -. È un modello innovativo che unisce prossimità, prevenzione e tecnologia, integrando i servizi sanitari e sociali per costruire una presa in carico completa e personalizzata. I risultati dei primi sei mesi confermano che stiamo andando nella direzione giusta: portare la sanità nelle comunità. L’obiettivo ora è consolidare questa esperienza e renderla un modello stabile e replicabile in altri territori della Liguria».

«Quasi l’80 per cento degli abitanti di Neirone ha aderito al progetto, dimostrandosi molto soddisfatto dei servizi ricevuti: un’adesione altissima, specie per un Comune montano come il nostro, con bassa densità abitativa e una popolazione sparsa su un territorio molto vasto – aggiunge il sindaco del Comune, Stefano Sudermania -. Dopo il primo semestre di sperimentazione, abbiamo raggiunto un risultato prezioso, dimostrando quanto possa essere utile e vantaggioso portare la sanità vicino ai cittadini che vivono in aree disagiate».

«Con “Neirone in Salute” abbiamo voluto rovesciare il paradigma assistenziale in uso, facendo in modo che fossero le cure ad avvicinarsi alle persone, offrendole direttamente al domicilio di chi vive nelle aree più disagiate – spiega il Direttore Generale dell’Asl 4, Paolo Petralia -. I primi risultati dimostrano un’ampia e molto gradita adesione al progetto che, proponendo un sistema di cure primarie ampie, di prossimità, proattive e su misura, diventerà ordinario a partire dal 2026 e potrà essere esportato anche in altri territori simili».

L’obiettivo, infatti, è sviluppare e consolidare, partendo proprio da Neirone, un modello digitale e integrato di presa in carico della salute della Comunità, che possa essere adottato in tutti i Comuni medio-piccoli, specie dell’entroterra. Per il suo valore innovativo, l’iniziativa è diventata inoltre un caso di studio nazionale, presentato con relazioni e pubblicazioni scientifiche al convegno di tutti i Direttori Generali del Forum Salute a Firenze e al prossimo Forum Risk di Arezzo, nonché in diverse sedi congressuali nazionali, in ultimo quella della Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica.

 

Foto della presentazione del progetto

 

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